Storia

La storia de Su Furriadroxu

Un Furriadroxu è la tipica casa agricola a corte dei villaggi del Campidano. La struttura urbana della Sardegna contadina non contemplava casolari agricoli sparsi nelle campagne, tutto era concentrato nel villaggio. Allora la casa era il luogo dove si tornava dopo una lunga giornata nei campi. In sardo il verbo “furriai – furriare” vuol “dire tornare a casa”, da qui la parola furriadroxu, che potrebbe essere tradotta letteralmente come “tornatoio”, cioè il luogo dove si ritorna.

Su Furriadroxu è situato in via XXIV maggio, che prima di acquisire un nome italiano si chiamava s’arruga de su soddu, (via del soldo). Sfortunatamente il cambio toponomastico ha fatto perdere la memoria dell’identità dei luoghi, che invece sono ancora molto ben riconoscibili in luoghi come Firenze o Palma di Mallorca.

Le strade e i luoghi originano il loro nome dalla loro funzione, da chi vi abita, o magari dalla presenza di qualche vestigia del passato.

In particolare la nostra strada prende il nome da un fatto curioso: dopo una giornata di pesca, i pescatori cagliaritani che ormeggiavano le loro imbarcazioni alla foce del Rio Pula, si fermavano qui per barattare parte del pescato con i prodotti agricoli dei fertili campi pulesi, e che quindi gridavano: “ayò, su pisci a unu soddu!” (avanti, c’è il pesce a un soldo!).

L’origine del primo impianto della casa è certamente molto antica. Dall’atto d’acquisto da parte della nonna dell’attuale proprietario, tale Signora Felicita Fuedda, risalente al 1923, risulta che la casa aveva solo due stanze, probabilmente cucina e camera da letto, e un locale laterale (l’attuale sala da pranzo), che fungeva da laboratorio di fabbro.

La tecnica costruttiva della casa è quella tipica del Campidano: le basi murali sono costruite in pietra, a Pula per lo più proveniente dalla immensa cava a cielo aperto costituita dai resti della antica Nora, e gli alzati murali costruiti in làdiri, cioè mattoni di fango e paglia essiccati al sole, una delle tecniche più antiche e diffuse del Mediterraneo.

Nel 1924 la casa venne ampliata per permettere al padre dell’attuale proprietario, Luigi Zucca, le cui iniziali campeggiano sul portale d’accesso, di realizzare l’abitazione per sposarsi, matrimonio celebrato nel 1925. La casa quindi acquisisce praticamente la fisionomia attuale. Il grande ambiente del laboratorio del fabbro viene diviso in tre stanze per aumentare la capacità abitativa, coprendo la splendida copertura a capriate.

A metà degli anni ‘90 l’attuale proprietario Remigio Zucca, decide che la casa diventerà un ristorante tipico, quindi nel 2000 partono i lavori di restauro conservativo e di adeguamento delle vecchie strutture alla sua nuova funzione. Tutti gli ambienti e gli elementi costitutivi della casa sono stati mantenuti, ma sono state apportate alcune migliorie. Innanzitutto il laboratorio è stato riunificato in una grande sala riscoprendo le splendide capriate, il salottino è stato arricchito di colorati affreschi, e la corte antistante il loggiato è stata allargata per poter ospitare tanti tavolini all’ombra degli aranci e dei limoni.

 

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